* PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI 2000/2006 - P.O.R. *

 

 * COMPLEMENTO DI PROGRAMMAZIONE DEL COMUNE DI SANTA ELISABETTA *

 

* PROPOSTA INTEGRATIVA AL DOCUMENTO PROGRAMMATORIO DELLA PROVINCIA REGIONALE DI AGRIGENTO *

 

(Gaetano Catalano)

       Dopo la fine del mio mandato, analizzandone a fondo tutte le attività e la gran mole di lavoro di programmazione svolta dalle mie Amministrazioni, ho scoperto che una (forse la più grande), delle difficoltà maggiori, sia stata quella di non essere riuscito a "pubblicizzare" a fondo o quando meno portarne a sufficiente conoscenza, tutte le attività di programmazione svolte.

     Erano quelle attività che raramente "interessavano" il Cittadino medio, disinteresse motivato, forse, dal fatto che non erano considerate "Opere visibili", ma che invece, ed al contrario, sarebbero stati quei documenti programmatori, avvalorati dai tantissimi protocolli d'intesa con altre Istituzioni governative esistenti nel territorio, che avrebbero dato, ed ancora oggi ne viviamo gli effetti positivi, delle interessanti linee guida per lo sviluppo del nostro territorio.

       Ad esempio e credo che nessun Cittadino Sabbettese o nostro emigrato (Cittadini di cui ho grandissima stima) sappia, che il Comune di Santa Elisabetta sia stato forse l'unico Comune nella nostra Provincia che abbia presentato una propria idea di "sviluppo economico" del proprio territorio, in ambito alla Programmazione dei Fondi Strutturali del P.O.R. (Programma Operativo Plurifondo), 2000/2006, idea di sviluppo resa operativa, solo in minima parte (indisponibilità di fondi), ma che rappresenta, ancor oggi, una linea guida per un Amministratore accorto.

                                                                                    Gaetano Catalano

 

 

COMUNE DI SANTA ELISABETTA
Provincia di Agrigento

 

 

* PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI 2000/2006 *

PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE

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- COMPLEMENTO DI PROGRAMMAZIONE DEL COMUNE DI

SANTA ELISABETTA -

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 PROPOSTA INTEGRATIVA AL DOCUMENTO PROGRAMMATORIO DELLA PROVINCIA REGIONALE DI AGRIGENTO

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 Uno dei problemi principali del mezzogiorno e quindi anche della nostra Provincia, è quello della creazione di posti di lavoro che contribuiscano a rimuovere i vari livelli di "disagio" che rendono possibile la civile convivenza e rendano la Provincia di Agrigento sempre più consapevole della necessità di uno "sviluppo sostenibile".

Infatti il lavoro, e il conseguente circuito economico che ne deriva innescano una serie di comportamenti che possono migliorare o peggiorare la vivibilità di una città o di un piccolo paese come il nostro.

Partendo da considerazioni di questo tipo, la Comunità Europea promuove tutta una serie di bandi con i quali, da sola o in accordo con il Governo Italiano finanzia una serie di attività che contribuiscano appunto allo "sviluppo sostenibile" che è garanzia anche per il nostro paese ed è innegabile che una corretta gestione di tali fondi  e il loro apporto finanziario possono dare ricadute (occupazionali, di immagine, ecc.) di notevole rilevanza.

Tuttavia, le risorse veramente utilizzabili sono molte di più e, per la nostra Amministrazione diventa importante imparare ad utilizzarle al massimo, proprio per le ricadute occupazionali che esse portano.

Occorre tuttavia essere realisti all’interno dei percorsi che partono dall’interesse per queste attività progettuali.

Anzitutto, se a livello nazionale si facilita l’uso dei fondi strutturali europei anche come spese pubbliche per investimenti, deve essere chiaro che questi possono essere produttivi solo in presenza di determinate condizioni che - spesso - le varie situazioni locali non presentano.

La lotta alla disoccupazione ha dunque un grande bisogno di finanziamenti pubblici per consentire un’adeguata ripresa del rapporto tra Investimenti e Prodotto Interno Lordo, che al Sud è la principale causa della crescita della disoccupazione: e ciò perché in passato gli investimenti pubblici hanno giocato, al Sud, un ruolo maggiore che al Nord.

Comunque, molta parte dei finanziamenti dovrà essere di natura governativa; ma sia per i fondi strutturali europei che per i fondi governativi è difficile stabilire le cause, anzi la priorità tra le cause possibili del mancato utilizzo delle risorse esistenti: inefficienza della burocrazia, carenze di progetti, effetti di Tangentopoli, contese tra Enti Locali, ostacoli e ricatti di gruppi politici e di potere.

I Fondi Europei sono più rilevanti tra le attività di formazione professionale, di incentivi allo sviluppo sostenibile, nella creazione di centri per l’innovazione tecnica e organizzativa, nel settore ambientale, dei beni culturali, proprio in virtù del criterio generale adottato dalla Commissione Europea di sussidiarietà rispetto al Paese in cui sono utilizzati.

Questo comporta che spesso bisogna creare le strutture all’interno delle quali si possano far crescere, proprio come bambini, i fondi necessari allo sviluppo e alla conoscenza delle risorse in nome delle quali si utilizzano i fondi.

Questi comportamenti si sono rivelati difficili da gestire proprio perché, al Sud ed in particolar modo nella nostra Regione e perché no, nella nostra Provincia, mancano i presupposti per l’uso totale delle risorse possibili.

Qui bisogna aprire una parentesi, perché la nebulosa delle risorse che l’Unione Europea mette in campo è tale, che proprio il livello di dettaglio è quello che permette di coprire tutti gli ambiti delle risorse. Diversamente, sarà possibile operare solo con iniziative individuali, che, ove si scontrino con centri di potere costituito, sono destinate a soccombere: ubi maior, minor cessat, diciamo noi, mentre qualcun altro usa il più prosaico dialetto, o, talvolta, non parla proprio…..

Quindi in una situazione del genere vengono a cadere i due principali pilastri su cui si fonda l’azione Europea: la sostenibilità dello sviluppo e la lotta alla disoccupazione.

Inoltre, ciò contribuirebbe sempre di più a creare due livelli distinti d’operatività all’interno dell’U.E., aumentando i divari e, alla lunga, spostando le risorse verso altri paesi, come già oggi ci si sta avviando a fare.

L’assenza o la cattiva gestione dei progetti, insieme alla scarsa qualità nella redazione degli stessi determinano quindi che vengono vanificati anche i risultati che i finanziamenti si proponevano, e purtroppo questa è oggi la situazione nella quale ci troviamo ad operare.

Qui l’aiuto del governo sarebbe determinante, perché la formazione di strutture utili alla lotta alla disoccupazione – nelle sue varie forme – è necessaria in quanto deve essere adeguata alla nuova situazione, anche perché, specialmente nella nostra Regione o Provincia, le vecchie organizzazioni che raccoglievano consensi e finanziamenti sono ben lungi dall’essere sparite, ed, anzi, ostacolano quanto si cerca, con fatica, di costruire.

Così appare necessario un livello unificato (a livello di governo nazionale e regionale) che determini gli interventi nella nostra Provincia e conseguentemente di riflesso ai nostri Comuni, ma anche contribuisca alla semplificazione delle procedure, definisca le responsabilità, magari contribuisca ad attivare gli enti pubblici di ricerca e le Università non solo attraverso un centro di progettazione, ma anche di gestione dei progetti, in modo da surrogare ed aiutare l’azione delle autorità locali e contribuire alla utilizzazione piena degli assai cospicui Fondi strutturali Europei.

L'obiettivo è quindi quello di fornire una risposta possibile alla richiesta di occupazione dei nostri giovani, superando le difficoltà di una migrazione ed di collocamento nel mercato del lavoro nelle aree in crescita produttiva del paese, migrazione che fino ad ora è stata caratterizzata, nella maggior parte dei casi, da un salto al buio del giovane che decide di muoversi verso nuovi ambiti territoriali del paese.

Perseguendo tali intendi, l’Amministrazione Comunale, dopo attenta analisi del documento programmatorio Provinciale ha pensato un proprio progetto di sviluppo complessivo del territorio comunale, progetto che assembla idee di sviluppo imprenditoriale, sociale (miglioramento dei servizi) ed istituzionale (Opere Pubbliche, Difesa dell’Ambiente, Riqualificazione Urbana e recupero del decoro urbano, Riqualificazione e sfruttamento delle risorse  turistiche,), idee progettuali che ben si interfacciano con lo sviluppo economico dei paesi territorialmente viciniori dei Comuni di Raffadali, Joppolo Giancaxio, Aragona, , Sant’Angelo Muxaro,  Comitini, San Biagio Platani.

Durante tale analisi l’Amministrazione Comunale di Santa Elisabetta  ha individuato delle priorità e strategie, che se, come detto precedentemente, “interfacciate” con i comuni di “bacino”, possono dare sicure risposte in tema di sviluppo economico,  sociale ed occupazionale.

A tal fine si elencano di seguito, le strategie territoriali individuate per lo sviluppo del nostro Comune:

·        Riduzione dei vincoli di perifericità geografica (tramite una serie limitati nuovi tracciati viari) e marginalità economica (aprendo nuove opportunità di mercato nei paesi dell’U.E.);

·        Creazione delle condizioni strutturali per favorire l’imprenditorialità privata (Urbanizzazione dell’Area P.I.P.), e coordinamento dei flussi produttivi locali al fine di far uscire dalla mentalità localistica del mercato al fine di rendere competitivo il sistema socio economico territoriale;

·        Organizzazione di un itinerario turistico integrato con gli altri comuni territorialmente viciniori, al fine di permettere la nascita di un’imprenditoria che sfrutti notevoli risorse paesaggistiche ed archeologiche, agrituristiche e delle tradizioni popolari di cui sono ricchi i nostri comuni, tale processo di sviluppo va favorito con la creazione di semplici strutture mirate a rendere fruibili i vari siti e della crescita di piccole strutture alberghiere a basso costo (case albergo) e dell’incremento del flusso turistico giovanile europeo;

·        La creazione di sportelli e centri di contatto con le imprese nelle regioni settentrionali, che raccolgano informazioni relative alle opportunità di lavoro disponibili, tali centri avranno anche il compito di diffondere l'iniziativa nelle realtà produttive;

·        azioni per l'adeguamento dei sistemi di formazione, orientamento, consulenza e inserimento lavorativo ai mutamenti strutturali del mercato del lavoro;

·        azioni finalizzate alla creazione di posti di lavoro, anche mediante l'avvio di imprese e cooperative, in particolare nei nuovi bacini d'impiego;

·        azioni di informazione sulle opportunità formative ed occupazionali;

·        azioni di assistenza tecnica ai nuovi imprenditori;

·         Riqualificazione e recupero del sistema urbano con infrastrutture strategiche mirate al recupero del decoro urbano, del miglioramento del sistema viario urbano, della recupero del centro storico, del miglioramento della vivibilità  urbana e dell’ottimizzazione  dei servizi comunali.

La riqualificazione della nostra area urbana, dall’Amministrazione è considerata punto fondamentale per una corretta iniziativa di sviluppo locale, sia il miglioramento della qualità della vita urbana che quello della dotazione di servizi evoluti per lo sviluppo territoriale è condizione essenziale.

Tuttavia l’Amministrazione Comunale ritiene che serve, essenzialmente, il raggiungimento di un livello di qualità urbana sufficiente a produrre un effetto urbano moderno, cioè la dotazione di quei servizi urbani indispensabili per produrre anche nei piccoli centri come il nostro, un  “effetto città”, una strategia di politica urbana quale fattore decisivo per attivare medi e piccoli investimenti che producano occupazione nelle principali attività produttive, capaci di imprimere al nostro territorio uno sviluppo autonomo anche in presenza di uno sviluppo economico concertato con le altre realtà territoriali viciniore, interventi ed idee di sviluppo mirate a servizio e sostegno delle realtà imprenditoriali presenti  al fine di eliminare, creandone le condizioni, tutti quei fattori negativi che portano ad uno “sconforto ed indecisionismo” imprenditoriale tipico del nostro territorio.

L’Amministrazione Comunale e cosciente delle difficoltà di programmazione e suddivisione dei fondi strutturali 2000 – 2006, una risorsa che se pur grande non può sostenere totalmente un così vasto accordo di programmazione provinciale, ma di fronte a questa crisi che più delle grandi città porta a sicura morte economica i piccoli centri, l’Ente locale non  può ritirarsi e venir meno al suo “ruolo” di portatore di interessi generali, ma deve reagire in modo nuovo, mantenendo fermo il principio quale punto di riferimento di interessi generali e di sviluppo del territorio amministrato.

Quindi capacità di programmare e di agire positivamente per scelte democratiche dello sviluppo ed in tal direzione punto di riferimento e guida (in quanto come anzidetto portatore di interessi generali), dell’imprenditoria artigiana, agricola, commerciale, industriale, piccola e media impresa, ma anche della grande.

Concludendo, questa nuova iniziativa di programmazione, di concertazione tra le varie realtà istituzionali che positivamente ci ha coinvolto e, qual’è il “Patto Sociale Provinciale”,  diventa struttura e strumento importante che non solo ha una rappresentanza generale politica, ma anche una capacità di essere struttura di servizio per gli enti locali e per gli amministratori locali, solo se manterrà questo ruolo, come anzidetto, l’Ente locale rafforzerà la sua funzione istituzionale di portatore di interessi generali e di sviluppo del proprio territorio. (*).

 

                                                                                                              Gaetano Catalano 

(*)   Se vuoi vedere tutta l'intera relazione con il dettaglio previsionale degli interventi scarica l'intera relazione in formato "PDF" stampabile.....

 

Scarica la Relazione:    

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