Il dibattito tra i
Consiglieri Comunali è
stato approfondito,
competente ed
appassionato; ognuno
ha
Il dibattito tra i
Consiglieri Comunali è
stato approfondito,
competente ed
appassionato; ognuno
ha
profuso la propria
perizia ed il proprio
contributo; la
discussione è stata
vera e produttiva e
non è mai scaduta a
pura e semplice
contrapposizione.
Il lavoro svolto dalla
Giunta Comunale che ne
aveva proposto al
Consiglio
l'approvazione è stato
complesso ed
articolato, ed alla
fine il “prodotto” e
risultato essere
importante in quanto
generato dalla volontà
di scrivere regole
condivise da tutti,
regole che modificano
totalmente e
sostanzialmente il
“vecchio” Statuto
Comunale (mai
diventato
esecutivo....), in
particolare sui
principi generali che
regolano:
-
Autonomia
funzionale ed
organizzativa del
Consiglio Comunale;
-
Introduzione
del principio della
sussidiarietà
nell’azione
dell’Amministrazione
Comunale;
-
Istituzione
della Commissione
Consiliare perma
nente sulla
trasparenza con
funzioni di
controllo e
argomenti
necessitavano di
approfondimenti
legislativi, di
abilità specifiche,
ma soprattutto di un
approccio (non
strumentale, né di
parte) che facesse
emergere l’interesse
della Città: ciò mi
sembra sia avvenuto.
Sono state introdotte
novità avanzate, in
particolare sul tema
della:
-
Cultura
"Antimafiosa del
Comune;
-
“Partecipazione” dei
cittadini alla vita
amministrativa, da
utilizzare come
strumento utile a
colmare il distacco
sempre più evidente
e profondo che
esiste tra
amministrati ed
amministratori.
-
Il "Difensore
Civico";
-
Il "Forum dei
Giovani", strumento
avanzatissimo di
decentramento
democratico e di
partecipazione dei
giovani.
Quanto prodotto dalla
mia Amministrazione e
del Consiglio
Comunale, per le
garanzie Statutarie è
comunque importante
sia per il metodo che
per i contenuti.
Tocca ora alle
Amministrazioni, ai
Consiglieri Comunali,
ma più di tutti ai
CITTADINI, applicare e
consolidare quanto
viene in esso proposto
e contenuto, “un
reale confronto”, in
cui si rende
necessario insistere,
una strada che non è
certamente la più
facile per nessuno, ma
che è l’unica che può
realizzare una vera
democrazia
partecipativa e che
può realizzare quei
risultati che, credo,
ogni Amministrazione,
ogni Consigliere, ogni
Cittadino, si è
augurato sin dal primo
momento in cui l'atto,
con la pubblicazione
nella Gazzetta della
Regione Siciliana n.
58 del 07 dicembre
2001, è divenuto
esecutivo.
Gaetano Catalano
*
STATUTO DEL COMUNE DI
SANTA ELISABETTA*
(Pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale
della Regione
Siciliana n. 58 del 07
dicembre 2001)
Titolo I
PRINCIPI GENERALI
Art. 1
Definizione
1. Il Comune di Santa
Elisabetta è ente
autarchico
territoriale
ricompreso nella
provincia di
Agrigento.
2. Esso rappresenta
la comunità locale, ne
cura gli interessi e
ne promuove lo
sviluppo secondo i
principi fissati dalle
leggi della Repubblica
italiana, della
Comunità europea,
dalla Carta europea
dell'autonomia locale,
dallo statuto e dalle
leggi della Regione
siciliana.
3. Il Comune
rappresenta altresì
gli interessi della
comunità nei confronti
dei soggetti pubblici
e privati che
esercitano attività o
svolgono funzioni
attinenti la
popolazione.
Art. 2
Il Comune
1. Il Comune di Santa
Elisabetta, di seguito
chiamato Comune, è
costituito dalla
comunità e dal
territorio di Santa
Elisabetta.
2. Il territorio del
Comune si estende per
Kmq. 16,17 e confina
con i territori dei
Comuni di Raffadali,
Ioppolo Giancaxio,
Sant'Angelo Muxaro ed
Aragona.
3. Il Comune ha il
proprio stemma e il
gonfalone che sono
quelli storici
riconosciuti ai sensi
di legge e sono
conformi ai bozzetti
allegati che sono
parte integrante dello
statuto.
4. L'uso e la
riproduzione di detti
simboli sono
consentiti solo al
sindaco, alla giunta,
al consiglio comunale
e al difensore civico.
5. Possono essere
consentiti ad altri
solo su autorizzazione
del sindaco.
6. Il sigillo
comunale è quello in
uso, approvato ai
sensi di legge, ed è
conforme al bozzetto
allegato, che è parte
integrante dello
statuto.
7. Il sindaco può
disporre che venga
esibito il gonfalone
con lo stemma del
Comune nelle
cerimonie, nelle altre
pubbliche ricorrenze
e, comunque, ogni qual
volta sia necessario
rendere ufficiale la
partecipazione del
Comune a una
particolare
iniziativa.
8. La giunta comunale
può autorizzare l'uso
e la riproduzione
dello stemma del
Comune per fini non
istituzionali soltanto
ove sussista un
pubblico interesse.
9. Il palazzo civico
costituisce sede
comunale.
Art. 3
Rapporto con gli
altri enti
territoriali locali
Il rapporto tra il
Comune, la Regione, la
Provincia regionale di
Agrigento e gli altri
enti locali si ispira
ai principi di
autonomia, di
decentramento e di
partecipazione
democratica, nonché al
metodo della
programmazione.
Art. 4
Autonomia
statutaria
1. Lo statuto
comunale, di seguito
chiamato statuto, è la
fonte normativa
primaria
dell'ordinamento
comunale che,
nell'ambito dei
principi fissati dalla
legge, stabilisce le
norme fondamentali
dell'organizzazione
del Comune e, in
particolare, specifica
le attribuzioni degli
organi, le forme di
garanzia e di
partecipazione delle
minoranze,
l'ordinamento degli
uffici e dei servizi
pubblici, le forme di
collaborazione tra
comuni e province,
della partecipazione
popolare, del
decentramento,
dell'accesso dei
cittadini alle
informazioni e ai
procedimenti
amministrativi.
2. La legislazione in
materia di ordinamento
dei comuni e di
disciplina
dell'esercizio delle
funzioni ad essi
conferite enuncia
espressamente i
principi che
costituiscono limite
inderogabile per
l'autonomia normativa
dei comuni.
Art. 5
Autonomia
regolamentare
1. Nell'ambito dei
principi fissati dalla
legge, ed in
osservanza delle
disposizioni del
presente statuto, il
Comune adotta
regolamenti per la
disciplina delle
materie e delle
funzioni di propria
competenza.
2. La competenza
circa l'adozione, la
modifica e
l'abrogazione è
attribuita al
consiglio comunale,
salvi i regolamenti
relativi agli uffici e
all'organizzazione dei
servizi ed altri
eventualmente
demandati dalla legge
alla giunta
municipale.
3. I regolamenti
vengono adottati,
modificati e abrogati
a maggioranza dei
presenti, salvo che la
legge o il presente
statuto non preveda
una diversa
maggioranza.
4. Nelle materie di
competenza riservata
dalla legge generale
sugli enti locali, la
potestà regolamentare
viene esercitata nel
rispetto delle
relative norme e delle
disposizioni
statutarie.
5. Nelle altre materie
i regolamenti comunali
sono adottati nel
rispetto delle leggi
statali e regionali,
tenendo conto delle
altre disposizioni
regolamentari emanate
dai soggetti aventi
una concorrente
competenza nelle
materie stesse.
6. L'iniziativa dei
regolamenti consiliari
spetta alla giunta
comunale, a ciascun
consigliere oltre che
ai responsabili degli
uffici competenti per
materia.
7. L'iniziativa dei
regolamenti giuntali
spetta al sindaco, al
segretario comunale e
ai responsabili degli
uffici competenti.
8. Nella formazione
dei regolamenti
possono essere
consultati i soggetti
interessati.
9. I regolamenti, una
volta divenuti
esecutivi, nel
rispetto delle forme e
delle modalità
previste dalla legge,
vengono inseriti nella
raccolta ufficiale dei
regolamenti del
Comune.
10. Il Comune emana
regolamenti di
organizzazione e di
esecuzione:
- sulla propria
organizzazione;
- per le materie ad
esso demandate dalla
legge e dallo statuto;
- nelle materie in
cui esercita funzioni.
11. Affinché un atto
generale possa avere
valore di regolamento
deve recare la
relativa intestazione.
12. Gli atti
amministrativi devono
essere emanati nel
rispetto delle norme
regolamentari.
13. Il consiglio
comunale approva entro
1 anno i regolamenti
previsti dallo
statuto.
Fino all'adozione dei
suddetti regolamenti
restano in vigore le
norme adottate dal
Comune secondo la
precedente
legislazione, che
risultano compatibili
con la legge e il
presente statuto................
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l'intero Statuto
Comunale in Formato .PDF...........
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"salvarlo" sul tuo Pc)
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